E’ emerso un discorso sostanzialmente condiviso da tutti.
- La letteratura non attira, non porta soldi, non va di moda. Non costituirà perciò l’ossatura portante del progetto Next Cinema Italia, non sarà lei a “portare gente”, a “riempire il teatro”. La letteratura sarà il completamento e l’arricchimento del progetto. Sarà occasione prima di tutto di formazione e di condivisione di bellezza.
- Come fare a garantire, comunque, vita e continuità all’attività “letteratura”? Sarà necessario che si creino gruppi di interesse consolidati che “tirino” in ogni momento.
- Al next si darà spazio alla letteratura su due piani:
- una “cornice” di attività fisse, sempre presenti come: il gruppo di lettura che si presenta i libri a vicenda, si lascia messaggi sulla bacheca per consigliarsi testi o per sottolineare qualcosa di bello da proporre all’attenzione di tutti, si ritrova per parlare di libri; spazi lasciati all’esposizione (es. un corridoio delle frasi belle, sui muri del quale ognuno può lasciare la propria citazione perché tutti la leggano,…); una sala di lettura in cui si alternino letture animate per bambini (con la grande opportunità di dare spazio alle scuole), letture di classici da riscoprire per i più grandicelli, letture a tema per ragazzi anche delle scuole del territorio; laboratori di vario genere (es. laboratori di scrittura di sceneggiature da far mettere in scena ai gruppi teatrali; laboratori finalizzati a mettere per iscritto la memeoria orale legata al territorio legandola poi al cinema o al teatro,…); gruppi di studio e di sostegno allo studio per ragazzi in difficoltà o semplicemente che hanno bisogno di riaccendere il loro entusiasmo per lostudio
- un programma di eventi strutturati: concorsi per tema o per genere, cicli di approfondimento a tema, conferenze, presentazioni di libri,…
E’ stata proposta una modalità, risultata interessante per tutti, di collegare la letteratura a tutti gli altri ambiti e di rendere il nuovo Cinema Italia un cinema diverso dagli altri, con una sua specificità:
Lavorare per temi di approfondimento in maniera trasversale. Mi spiego meglio, riportando l’esempio fatto da chi ha avuto l’idea:
Strutturare l’attività del next per tematiche in modo che ogni “settore” dia il proprio specifico contributo; si decide di approfondire il tema “Grecia”: il teatro lo farà a suo modo, il cinema a suo modo, la danza a modo suo,….
Se fossi il direttore di questa struttura cosa faresti nei primi tre anni?
Qualcuno ha messo in campo perplessità sulla vita a lungo termine del progetto. Della serie: ora siamo tutti gasati ed entusiasti, ma siamo sicuri che questo durerà? Siamo sicuri che poi, con tutti gli impegni di ognuno, i gruppi di lettura si vedranno davvero e l’attività andrà avanti? Siamo sicuri che riusciremo a riempire tutti questi spazi? E i soldi? Chi paga? Come fare a recuperare tutti gli investimenti?
Di fronte ai dubbi di alcuni, i più giovani hanno insistito: io, se fossi il direttore, nei primi anni oserei, senza paura di fallire, con la consapevolezza che all’inizio sarà necessario provare, e tornare indietro su quello che non va, cercando altre strade, altre attività, sempre in ascolto delle esigenze delle persone. Se ci facciamo fermare dalla paura, non faremo mai niente.